A
fronte dell’elevato numero di richieste per derivazioni e
captazioni delle acque lungo l'asta del fiume Oglio e dei suoi
affluenti, in Valle Camonica, Provincia di Brescia, si chiede agli
Enti competenti in indirizzo di deliberare
in tempi stretti una moratoria di tutte le nuove captazioni richieste
allo scopo di costruire centraline idroelettriche nel territorio
della Valle Camonica, in attesa di:
effettuare
un monitoraggio della situazione in essere alla luce delle decine e
decine di impianti già insistenti o in fase di realizzo sul
territorio;
realizzare
una rigida programmazione degli interventi in modo da avere una
visione globale e non una risposta occasionale alle singole
richieste;
valutare
attentamente la possibilità che siano le Amministrazioni locali a
realizzare le captazioni e relative centraline, soprattutto
attraverso gli impianti sugli acquedotti, piuttosto che aziende
private, predisponendo anche degli appositi fondi o mutui a cui i
Comuni possano attingere per la realizzazione degli impianti;
dare
parere vincolante alle Amministrazioni locali in merito alle
captazioni.
Nella
Valle Camonica sono già presenti centinaia di captazioni su torrenti
e affluenti del fiume Oglio, oltre a una decina di grandi invasi per
l’accumulo di acqua ad uso idroelettrico. Sono presenti, con
impatto paesaggistico notevole anche due fra le centrali
idroelettriche sotterranee tra le più grandi d’Europa. Se si
escludono due captazioni risalenti ad oltre un secolo
fa, il fiume Oglio era
rimasto inviolato. Società private stanno ora presentando centinaia
di richieste per sottrarre acqua dai torrenti già sfruttati ed
alcune riguardano direttamente il fiume Oglio, anche con la
realizzazione di captazioni
e tubature che attraversano i centri abitati (Edolo).
A
sostegno di queste richieste vengono di seguito richiamati alcuni
passaggi della Convenzione delle Alpi.
La
raccomandazione n. 12 della Convenzione delle Alpi afferma:
“L’attuale
livello di sfruttamento dello spazio alpino a fini di produzione
idroelettrica è significativo. Il potenziale idroelettrico residuo
dipende dalla quantità di corsi d’acqua e dalle portate non ancora
sfruttate e da altre funzioni specifiche del corso d’acqua che ne
possono limitare lo sfruttamento. Se pertanto rimangono ormai solo
poche aree finora non utilizzate nell’ambito di un perimetro più
vasto (p.es. un bacino fluviale, una provincia o un cantone), la
salvaguardia di tali zone così rare potrebbe essere auspicabile”.
La
raccomandazione n. 13 della Convenzione delle Alpi dice
espressamente:
“Nell’ambito
della strategia regionale, può essere considerata l’individuazione
di aree deliberatamente tenute libere da qualsiasi tipo di
sfruttamento, al fine di evitare impatti irreversibili. Tale
decisione dovrà costituirsi sulla base di un’ampia partecipazione
dei portatori di interesse coinvolti, così come sottolineato nella
Raccomandazione 11”.
La
raccomandazione n.11:
“Lo
sviluppo di una strategia regionale è un processo avviato
dall’autorità competente. Al fine di assicurare la trasparenza e
trovare soluzioni che tengano conto dei diversi interessi in gioco,
le opinioni dei principali portatori di interesse devono essere
adeguatamente considerate attraverso procedure partecipate”.
Tutto
ciò è anche conforme all’Articolo
4 del Protocollo “Energia 20” della Convenzione delle Alpi,
che sottolinea
la partecipazione degli Enti regionali e locali al processo di
attuazione delle politiche energetiche al fine di garantire
concertazione e collaborazione. Gli
Enti territoriali direttamente interessati devono partecipare ai
diversi stadi di preparazione e attuazione delle politiche
energetiche e delle relative misure, nel rispetto delle loro
competenze e nel quadro istituzionale vigente.
Pertanto
si chiede che la Valle Camonica sia considerata
area “non idonea allo sfruttamento idroelettrico”.
A
tal fine si richiede la moratoria, di cui all’inizio della presente
nota. Nel frattempo in Valle Camonica deve essere predisposto uno
studio che ne indichi le aree classificate “non idonee allo
sfruttamento idroelettrico” e le aree in cui vi possa essere un
controllato sviluppo idrolettrico con ben definite regole per la
realizzazione di nuovi impianti.
Per
tale scopo si tenga presente che in Valle Camonica esistono siti di
elevato valore ecologico e paesaggistico
Parchi
nazionali (presenza del Parco Nazionale dello Stelvio)
Siti
Natura2000 rilevanti per l’acqua (sia all’interno che
all’esterno del Parco
Regionale dell'Adamello)
Paesaggi
o monumenti naturali di importanza nazionale / regionale rilevanti
per l’acqua (il Ghiacciaio dell'Adamello, siti SIC, ZPS, torbiere)
Tratti
fluviali e biotopi di importanza nazionale / regionale p.es. secondo
la rarità della tipologia o la naturalità o la funzione specifica
del sistema fluviale (Parchi e le molte riserve naturali presenti
nella Valle)
Tratti
fluviali rivitalizzati o per i quali è prevista la rivitalizzazione
Pianure
alluvionali (zone umide, paludi, zone riparie, tratti fluviali
dinamici e tratti fluviali a struttura pluricursale ...)
Aree
di riproduzione importanti
Tratti
fluviali interessati da deflussi residui
Tratti
fluviali con popolazione ittica e di crostacei di importanza
nazionale
Interferenza
con la protezione delle risorse idriche per la fornitura di acqua
potabile (zone per la protezione dell’acqua potabile).
Si
ricorda infine che la Convenzione delle Alpi prefigura la
possibilità di individuare anche Aree
di esclusione.
Infatti,
in base alla legislazione vigente, possono esservi siti il cui
ulteriore uso per la produzione idroelettrica è vietato, a causa del
loro valore ecologico e paesaggistico unico o ai sensi della
pianificazione territoriale locale. Questi casi, che rappresentano
“aree di esclusione”, dipendono dalla legislazione locale e non
vengono pertanto esplicitamente elencati nei criteri.
Sempre
nella convenzione delle Alpi viene specificato, ma dovrebbe essere
ovvio, che tra le valutazioni per deliberare se un luogo sia idoneo
alla realizzazione di una centralina idroelettrica vi debba essere
anche la previsione del suo possibile sviluppo futuro quali, per puro
esempio, quelli legati ad usi agricoli o di ricreazione del luogo.
Nelle domande presentate in Valle Camonica pare non si sia tenuto
conto di ciò e sono state presentate domande anche in zone in cui le
Amministrazioni Comunali stanno proponendo formalmente nuovi Parchi
comunali o aree di produzioni agricole sperimentali e di qualità.
Vallecamonica,
20 marzo 2012
ITALIA
NOSTRA Sezione di Vallecamonica
LEGA
AMBIENTE, Circolo di Vallecamonica
COMITATO
CAMUNO ACQUA PUBBLICA
GRUPPO
ITALIANO AMICI DELLA NATURA-
Naturfreunde
Internazionale Sezione di Saviore dell’Adamello
CONFERENZA
STABILE DELLE SEZIONI E SOTTOSEZIONI C.A.I. di Vallecamonica e Sebino
COMMISSIONE
INTERSEZAIONALE C.A.I.-TAM Vallecamonica e Sebino
OSSERVATORIO
TERRITORIALE DARFENSE
OSSERVATORIO
TERRITORIALE DI EDOLO
AUSER
DI VALLECAMONICA
GASV
Gruppo Acquisti Solidali di Vallecamonica
METUP
Vallecamonica
APS
Braone
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