25 luglio 2006

Le captazioni idriche sul Torrente Palobbia

LE CAPTAZIONI IDRICHE DEL TORRENTE PALOBBIA NELLA STORIA




Risultato di una ricerca tramite web sulle captazioni del Torrente Palobbia


Estratto da http://francorino.altervista.org/storiaelettrica16.htm

Centrali di Ceto e Braone

Nel 1916 le industrie metallurgiche che lavorano a pieno ritmo per gli armamenti fanno aumentare rapidamente il fabbisogno di energia elettrica; la SEB nonostante abbia in corso di realizzazione l'impianto di Tagliuno sul fiume Oglio immediatamente a valle del lago d'Iseo, necessita di altri impianti.

Ottiene rapidamente la concessione per l'impianto di Ceto, sul torrente Palobbia ( Comune di Braone e comune di Ceto)e ne inizia la costruzione, usufruendo anche di mano d'opera militarizzata.

L'impianto utilizza due opere di presa, una secondaria in val Braone e la principale sul torrente Palobbia, che intercettano complessivamente un bacino imbrifero di circa 32 Km2; il canale di Val Braone, lungo circa 500 m si congiunge alla presa del Palobbia e poi prosegue in sponda destra orografica, prevalentemente scavato nella roccia, sfocia nella vasca di carico attraverso un manufatto dissabbiatore.

La vasca è ubicata a mezza costa sullo sperone, sopra l'abitato di Ceto che delimita la Val Paghera dalla Valcamonica; ed è collegata alla centrale da una condotta in tubo metallico appoggiato a selle in muratura, parte in rilevato e parte in trincea.

La centrale è provvista di due gruppi turbina pelton alternatore della potenza di 5900 KW complessivi, ed è collegata con breve canale di scarico al torrente Pallobia, dove l'acqua turbinata viene restituita.

Nel 1938 l'impianto viene ampliato portando nella vasca di carico una seconda derivazione, dal torrente Re di Cimbergo, attraverso un canale a mezza costa tutto in galleria che percorre in sponda sinistra la Valle Camonica.

Nel 1953 il macchinario di centrale viene completamente sostituito, al posto dei due gruppi che funzionavano a 42 Hz viene installato un solo gruppo che funziona con la nuova frequenza unificata di 50 Hz, costituito da due turbine pelton ad asse orizzontale calettate a sbalzo ai lati di un alternatore da 8 MVA, la potenza complessiva delle due turbine è di 6,3 MW.

Gli ammodernamenti successivi saranno, negli anni settanta, il passaggio a 130 KV della linea in uscita e l'automatizzazione che consentirà il controllo a distanza nel 1975.

Nell'immediato dopoguerra la SEB costruisce la centrale di Braone, che utilizza le acque scaricate dalla centrale di Ceto su un salto di circa 66 m, fino alla quota del canale di derivazione dell'impianto Edison di Cividate.

L'impianto è costituito da:

  • - vasca di carico a forma cilindrica da 250 m3 posta sulla continuazione del canale di scarico della centrale di Ceto da cui parte una condotta forzata del diametro di 900 mm, in calcestruzzo armato completamente interrata lunga 483 m, con portata nominale di 1,6 m3/s.
  • - fabbricato centrale costruito in fregio al torrente Palobbia, sulla sua riva destra, immediatamente a valle della presa omonima per l'impianto di Cividate.
  • - il macchinario di centrale è composto da un gruppo ad asse orizzontale costituito da turbina francis solidale con un generatore asincrono della potenza nominale di 870 KW e tensione di 3,6 KV; in origine l'uscita dal generatore era collegata direttamente con linea aerea al terziario del trasformatore di Ceto, ora mediante proprio trasformatore alla linea 15 KV.
  • - canale di scarico, in comunicazione diretta con il canale di derivazione dell'impianto Edison di Cividate.



Nel 1916 la Edison, tramite l'acquisizione dell'intero pacchetto azionario di SEB che detenevano Le strade Ferrate del Mediterraneo e l'anno successivo con la sottoscrizione di un aumento di capitale, imposto dal ritmo sostenuto degli investimenti in nuovi impianti e reti, assume il controllo della SEB.

Entra infatti nel consiglio di amministrazione l'ing. Giacinto Motta, e si instaura la tradizione di far assumere la presidenza della SEB al consigliere delegato della Edison iniziando con l'ing. Esterle, il quale muore nel 1918 e gli subentra l'ing. Motta sia come presidente SEB che come consigliere delegato Edison.

In Valcamonica quindi, con l'entrata della SEB nell'orbita Edison le società elettrocommerciali che vi operano sono dello stesso gruppo, infatti non si faranno concorrenza ma si spartiranno le zone di influenza: la Edison nella parte settentrionale con gli impianti dell'Avio e del Poglia e la SEB nella parte meridionale della Valle, da Cedegolo verso il lago d'Iseo.

Estratto da http://francorino.altervista.org/storiaelettrica9.htm

Da una corografia della Edisonvolta, senza data, si vede che era prevista la derivazione dal lago d'Arno, in sponda sinistra orografica, una galleria diritta fino a raggiungere la valle del Palobbia;
nel tratto in transito nelle valle del Tredenus vengono raccolte le acque dei relativi affluenti mediante tre opere di presa.

Costruzione di una centrale in Val Palobbia a quota circa 1200 m s.l.m.; a valle costruzione di una grande vasca di regolazione, successivamente opera di presa sul torrente Palobbia e prosecuzione della galleria, con opere di presa sui torrenti: valle del Re, valle di Fa, quindi piezometrico in sponda destra della valle di Stabio e centrale nella stessa valle, poi un lungo canale di scarico convoglia l'acqua nella vasca di carico della esistente centrale di Cividate.

Evidentemente questo progetto fu accantonato in attesa dell'esito del dibattito politico circa la nazionalizzazione che era in corso in quegli anni.





LE CAPTAZIONI IDRICHE DEL TORRENTE PALOBBIA ATTUALMENTE





Il Torrente Palobbia, come del resto quasi tutti i torrenti della Vallecamonica, è interessato da captazioni idriche che lo privano in modo eccessivo del suo elemento naturale e principale: l' acqua.

Le captazioni idriche del torrente Palobbia, sono prevalentemente ad uso Idroelettrico, in pratica, il torrente Palobbia, viene drasticamente ridotto e a tratti completamente prosciugato, in nome dell' energia pulita, quella che viene chiamata per definizione, energia ecologica rinnovabile, ma appare logico che per poter essere davvero tale, innanzitutto è necessario imporre ed attuare regolamentazioni specifiche per la tutela, la salvaguardia e la protezione dell' ambiente, definendo e facendo rispettare i Deflussi Minimi Vitali ( D.M.V.).

Che peso ha il rispetto del Minimo Deflusso Vitale sul bilancio energetico nazionale

Ogni Stato, e perfino ogni regione, adotta un proprio specifico sistema di calcolo per determinare i deflussi minimi. Per i gestori delle centrali questo significa perdite nella produzione di energia elettrica. In Francia queste sono stimate attorno all´1,6%-5,7%, in Svizzera al 6% circa, in Germania all´8-10% e in Italia tra il 10 e il 30%. Sebbene nel contesto dell´apertura dei mercati dell´energia elettrica questi numeri appaiano del tutto rilevanti dal punto di vista economico, se l´energia idroelettrica vuole davvero affermarsi come fonte di energia ecologica rinnovabile sono indispensabili misure per la protezione dell´ambiente.L’energia idroelettrica è sì una fonte d’energia rinnovabile, non priva però di un pesante impatto sull’ambiente fluviale e sul paesaggio. L'utilizzo dell'energia idroelettrica è privo di emissioni e non ha effetti negativi sul clima. Possono inoltre essere prodotti quantitativi di energia relativamente grandi. Cosa volere di più? Chi ha coscienza dei problemi ambientali non si accontenta di questo. Lo sfruttamento dell'energia idroelettrica comporta infatti anche grandi alterazioni e interventi a carico del sistema idrografico. Interi ecosistemi possono essere distrutti in modo irreversibile. Proprio nelle Alpi numerosi ambienti naturali o prossimi allo stato naturale sono stati negli anni scorsi distrutti dalla costruzione di centrali idroelettriche.
Come si fa a chiudere gli occhi su situazioni così pesanti sui Nostri Torrenti e rimanere inerti alla visione di tali abusi? Bisogna prendere posizione e pretendere il rispetto ed il monitoraggio di un Minimo Deflusso Vitale (M.D.V.) Fino a quel momento è assurdo pensare all' energia idroelettrica come ad una valida energia alternativa, ecologica e rinnovabile, poichè al contrario devasta significativamente gli altrimenti stupendi corsi d' acqua del Nostro ambiente montano.

Veniamo ora alla descrizione delle captazioni idriche che interessano il Torrente Palobbia:

Vi sono 4 captazioni principali, 3 per uso idroelettrico ed una (che viene poi suddivisa in due, una per il Comune di Ceto e una per il Comune di Braone) a scopo irriguo; noi cominceremo a descriverle in ordine di posizionamento lungo il corso del Torrente, da monte verso valle.



°1 Captazione Enel, sita nel Comune di Braone in località Scalassone, la quale, per la maggior parte del periodo annuale capta tutta l'acqua del Torrente, non rilascia nessun Minimo Deflusso Vitale (M.D.V.), lasciando di conseguenza, il letto del torrente a valle dellla stessa completamente asciutto (salvo sporadici rilasci).



n°1 Captazione Enel sita nel Comune di Ceto a monte della località “Faet”, ove poi va a congiungersi la canalizzazione della captazione sopra citata, la quale rilascia una quantità di acqua da noi non definita ma che risulta visivamente irrisoria rispetto alla portata media annua del Torrente a monte della stessa



n°1 Captazione per usi irrigui sita fra il confine del Comune di Braone ed il Comune di Ceto in località Cascata (che risulta essere di proprietà Enel), la quale viene poi nella stessa vasca suddivisa fra Roggia dei Molini Ceto e Roggia dei Molini Braone (che poi più a valle diventa l’invaso re)



n°1 Captazione Edison sita nell’ abitato del comune di Braone, visibile dal ponte principale del paese, la quale, per la maggior parte del periodo annuale capta completamente tutta l' acqua del Torrente Palobbia, non rilasciando nessun M.D.V,e per conseguenza, lascia il letto del Torrente palobbia completamente asciutto fino alla sua foce nel fiume Oglio (tranne sporadici rilasci).



Da una documentazione in nostro possesso, redatta dall' ARPA ( Agenzia Regionale per la Protezione dell’ Ambiente della Lombardia) i, verbale datato: Darfo B.T. 06/03/06 Prot. N° 042294/06 22 marzo 2006, recapitata per conoscenza al Nostro gruppo A.P.S. Braone, si possono leggere i seguenti passi:

...............i problemi evidenziati nella segnalazione allegata alla nota del Comune - a firma del sig.
Claudio Prandini (presidente del gruppo A.P.S. Braone) - relativi all'assenza di acqua nel
torrente sono stati riscontrati a valle della sopracitata opera di presa (Edison). Per quel
tratto, infatti, il greto del torrente è risultato completamente asciutto, le determinazioni ottenute mediante valutazione dell'IBE evidenziano per il tratto di torrente a monte della derivazione EDISON una situazione che presenta sintomi di alterazione. In particolare, la comunità macrobentonica risultante dai due campionamenti effettuati sul Torrente Palobbia non appare strutturata in modo completo rispetto ad una comunità tipo che vive in condizioni prive di impatti negativi come dovrebbe essere quella in oggetto. Di conseguenza essendo quel tratto di fiume in zona montana non soggetto ad altre perturbazioni di origine antropica oltre alle captazioni idriche è probabile che le continue variazioni di portata possano incidere in modo negativo sull'ecosistema lotico;.
............................L'alterazione dei deflussi naturali rappresenta, una delle forme più insidiose di alterazione dell' efficienza degli ecosistemi lotici. Una periodica o costante riduzione delle portate liquide può, infatti, diminuire la potenzialità autodepurativa di questi ambienti e nel caso di un periodo di asciutta la comunità macrobentonica impiega diverso tempo per una completa ricolonizzazione dell'alveo.Al contrario una piena comporta un aumento della turbolenza e della velocità della corrente con una possibile azione di dilavamento: parte della comunità viene trascinata verso valle con conseguente diminuzione nelle abbondanze degli organismi e nelle densità dei popolamenti........
.......relativamente alle derivazioni di cui sono concessionarie le società ENEL ed EDISON S.p.A, si è provveduto a reperire presso le stesse società le rispettive autorizzazioni/concessioni alle derivazioni e i rispettivi disciplinari di gestione. L'esame di tale documentazione ha permesso di rilevare che la Società ENEL ha ottenuto il prolungamento della concessione alla derivazione per 60 anni a partire dal 1949, mentre la Società EDISON ha ottenuto il prolungamento della concessione per 30 anni a partire dal 1986; per quanto riguarda l'autorizzazione EDISON all'art.4 espressamente è fatto obbligo del rispetto del DMV nella misura ritenuta necessaria dall'Autorità competente ai sensi dell' art.3, lettera i) Legge 18/05/89 n.183. Non è nota la decisione della suddetta Autorità, ma è evidente che lo sbarramento non lascia defluire alcuna portata. In merito agli obblighi di disciplinare non è altresì noto se la ditta contribuisca al ripopolamento ittico. Dalla documentazione ENEL nulla si evince in merito al rilascio del Deflusso Minimo Vitale mentre risulta l'obbligo per la contribuzione al ripopolamento ittiogenico: .................. Nessuna delle captazioni esaminate presenta, inoltre, strutture compatibili con scale di monta; Pare opportuno ricordare che, poiché il Torrente Palobbia rientra nel perimetro del Parco dell'Adamello, la direzione del Parco ha la prerogativa di valutazioni sostanziali in merito. In riferimento alla richiesta circa la moratoria sul CIS al fine di non aggravare la situazione, lo scrivente Ufficio, che non risulta competente, non può che auspicare una particolare attenzione degli Enti preposti almeno fino alla definizione puntuale della situazione.


Quato sopra riportato, dimostra, in maniera lampante, il forte impatto ambientale che esercitano le suddette captazioni idriche al Torrente Palobbia, non è infatti in discussione che dove non c'è acqua non può esserci vita acquatica e tutto ciò che ne consegue, oltremodo gli sporadici rilasci effettuati a valle delle prese, sono normalmente effettuati durante periodi di intense pioggie ed in quantità abnorme, la conseguenza è che il pesce e la varia idrofauna viene trasportata in zone che presto ritorneranno asciutte, con la loro conseguente morte. Non raramente, percorrendo il Torrente in secca dopo uno di questi sporadici rilasci, è stato rinvenuto materiale ittico morto o in procinto di esserlo, spesso preda di gatti e animali selvatici, per cui, come si può notare, le captazioni arrecano danno sia quando trattengono incondizionatamente l' acqua, sia quando la rilasciano sporadicamente, pertanto il Nostro gruppo A.P.S. Braone sensibile al problema, si è piu volte interessato per cercare di fare evolvere la situazione verso un graduale ripristino delle naturali esigenze del Torrente, cercando di intervenire presso il Comune di Braone, presso la Provincia, presso il Parco dell' Adamello, Enel, Edison e contattando varie entità, ad esempio l'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’ Ambiente della Lombardia), Lega Ambiente e così via discorrendo, ma nonostante promesse di impegno,senza effettivi risultati dal punto di vista pratico.
Le Nostre poche e magre consolazioni sono sintetizzate in un articolo di un giornale, ( da Giornale di Brescia Giovedì 19 febbraio 2004 oppure da
http://www.parks.it/ilgiornaledeiparchi/2004-02/rassegna.stampa/19.html .
...............sono stati individuati i corsi d’acqua del Parco che non possono essere captati per salvaguardare il loro ecosistema e precisamente i torrenti Palobbia,Caffaro, Tredenus, Stabio,................

Pertanto la situazione attuale non dovrebbe poter peggiorare, ma eventualmente evolvere in senso positivo, le previsioni indicano che la situazione dovrebbe essere risolta entro il 31/12/08, poichè come prevede la:DELIBERA N. VII/1048 SEDUTA DEL 28 LUGLIO 2004 VII LEGISLATURA ATTI: 151075.
3.1.3. Determinazione del deflusso minimo vitale

Allo scopo di assicurare la salvaguardia e mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi acquatici, tutte le derivazioni da corso d’acqua naturale sono regolate dall’Autorità concedente, anche mediante revisione delle utilizzazioni in atto, prevedendo rilasci volti a garantire il Deflusso Minimo Vitale (DMV), che costituisce la portata minima da rilasciare a valle delle opere di presa mediante opportuna regolazione delle stesse. Sulla base delle indicazioni contenute nell’Allegato B alla richiamata deliberazione n. 7/2002 dell’Autorità di Bacino del fiume Po, il DMV si compone di:

• una componente idrologica di base, posta pari al 10% della portata naturale media annua alla sezione di riferimento;

eventuali fattori correttivi da applicare alla componente idrologica, che tengano conto delle condizioni locali e sito—specifiche, ed in particolare di: caratteristiche morfologiche dell’alveo del corso d’acqua (M), interazione tra acque superficiali e sotterranee (A), naturalità e pregi naturalistici (N), esigenze di fruizione turistico—sociale (F), necessità di diluizione degli scarichi (Q), esigenze di variazione nell’arco dell’anno del DMV (T).

L’Autorità concedente: entro il 31 dicembre 2008, adegua tutte le derivazioni in modo da garantire a valle delle captazioni la componente idrologica del DMV.

entro il 31 dicembre 2016 integra la componente idrologica, ove necessario, con l’applicazione dei fattori correttivi del DMV.


Nel frattempo, noi non staremo certo a guardare con le mani in mano, azi continueremo la Nostra battaglia, cercando di intervenire ove possibile presso gli enti preposti e sensibilizzando l'opinione pubblica sul delicato ed importante problema della Gestione delle acque, sul loro uso, contro ogni abuso, e a Favore del rispetto del M.D.V. forti dell' idea che:

TACERE O NON FARE NULLA
QUANDO CI SONO IN ATTO DEGLI ABUSI,

È PEGGIO CHE AVERLI COMMESSI.


Tutto quanto sopra riportato è stato preso da materiale trovato, rivisto ed estrapolato, dopo numerevoli ricerche, da documenti cartacei in Nostro possesso e da materiale facilmente reperibile dal pubblico sul web. Le fotografie sono state scattate dai membri del nostro gruppo A.P.S. Braone nel Nostro Torrente Palobbia

Il presidente del Gruppo A.P.S. Braone
Prandini Claudio


aps.braone@gmail.com